La guerra di Calò di Giuseppe Messina

  La porta della camera palpita con uno scricchiolio leggero. Forse è un soffio di vento, un semplice risucchio d’aria di queste inquiete notti di primavera. Forse è invece lei che è entrata, con passo silenzioso, e adesso sta avvicinandosi alla poltrona di Drogo. Facendosi forza, Giovanni raddrizza un po’ il busto, si assesta con una mano il colletto dell’uniforme, dà ancora uno sguardo fuori dalla finestra, una brevissima occhiata, per l’ultima sua porzione di stelle. Poi nel buio, benché nessuno lo veda, sorride. (Dino Buzzati) Ogni fantasia di Calò sembra trovare ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

Mussomeli tra fiaba e storia di Maria Sorce Cocuzza

  Mussomeli....... Al solo leggere da lontano il nome del mio paese in mezzo a tanti libri di seconda mano non ho esitato un attimo: l’ho comprato senza conoscere (grave colpa da parte mia) nè l’autrice nè tanto meno il contenuto. Che bel libro..., e che autentica freschezza dopo tanti anni: sembra scritto ieri, anche se l’edizione, ormai per sempre in mio possesso, risale al 1986. Un tuffo nel passato, un ricordo inaspettato della mia gioventù con racconti (cunta), leggende, fatti veri, fatti ingrossati dalla fantasia e poi che gran lavoro di ricerca antropologica ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

Ingenuità di carusi

  Vi assicuro che sono tutti fatti e discorsi veri fra noi carusi di fine anni Cinquanta. Circolavano in paese le prime figurine di uomini dello sport, ma l’ignoranza era tanta da arrivare a delle deduzioni che per noi carusi di 9-10 erano di una logica sorprendente. Sentite ! Circolava una magica figurina del campione del mondo di pugilato, Primo Carnera. U sai picchì sutta a figurina di Primo Carnera, c’è scritto accussì ? Picchi è u primu du munnu e pà divintari forti si manciò, quannu era nustricu un saccu di quila di ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - Nessun Commento -

U Zzì Vicienzu

  Lu Zzì Vicienzu (il signor Vincenzo forse Territo) era uno di quelli all’antica...ed ancora negli anni ’50 (1950-60) portava un cappello tipo fez, (1) ”cuamo chiddu du zzì Peppi Garibaldi”. Pur essendo vecchio andava impettito come se avesse ingoiato un intero manico di scopa. Nemmeno la zappa lo aveva piegato. I suoi figli lo aiutavano nei campi...dovevano ubbidire e basta. La loro masseria rendeva bene ma bisognava lavorare, lavorare e lavorare. Naturalmente era un mortale anche lui...e come tuttti, un giorno, non si sa perchè fu sistemato (cu li piadi a palidda) ...

Scritto da DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

Fuori gioco di Salvatore Scalia

    Fuori gioco da semplice metafora calcistica diventa metafora di una vita vissuta ai margini e in definitiva di un fallimento esistenziale. Fuori gioco (Marsilio, 2009) di Salvatore Scalia, è la storia di un giovane della provincia siciliana che spera nel successo facendo il calciatore. Il titolo, rubato dalla regola principe del calcio, diventa metafora della vita di un ragazzo disadattato che si accorgerà troppo tardi di aver vissuto in un mondo tutto suo. La vita perduta di chi ha sempre vissuto nell’attesa: prima della fama, e poi di un posto di ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni non mussomelesi - Nessun Commento -

Iolanda

    Sempre più spesso si pubblicano articoli suoi giornali o si scrivono libri che parlano dei mestieri scomparsi. Sopraffatti dalla tecnologia e dall'inevitabile progresso, l'arte di arrangiarsi, solitamente primato dei napoletani ma anche di noi sicilani (che non siamo certo, da meno), ha creato negli anni della ricostruzione post-bellica, tanti mestieri inediti. Ora non so, se il lavoro della nostra paesana Iolanda fosse frutto del caso o il seguito di un mestiere premeditato e voluto con il tacito aiuto di Mario Lanzalaco, il proprietario della corriera che portava i mussomelesi a Palermo, ancor ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - 1 Commento -

Dicerie e leggende di Giuseppe Messina

  Non c'è in questi racconti di Giuseppe Messina quel pavoneggiarsi alla ricerca della frase ad effetto che spesso viene usata per dare un tono altisonante a dei racconti che hanno contenuti modesti. Né l'uno nè l'altro, perchè non occorre: da soli contengono la genuinità e il sapore antico du cuntu. Il titolo, Dicerie e Leggende, fa pensare a quei misteriosi e fantastici racconti di un tempo, fatto di maghi, invenzioni fantastiche ed inverosimili, sorprese e incredibili mondi. Certo, l'autore ci parla di persone scomparse, di massi sorti per caso in un ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

La mia santità di Mario Ricotta

  Non è facile l’approccio con se stessi. Raccontare per alcuni è una cosa semplice, non importa se sia un racconto orale o scritto, anche in lingua straniera, come per molti di noi che siamo nati in Sicilia. Per Mario Ricotta, autore di racconti e di testi teatrali di successo, non sarà stato semplice tornare con la memoria al tempo dell’infanzia, quando, folgorato dalla visione di Dio, scelse la via apparentemente più semplice per arrivare a quel Paradiso che noi tutti sognato: il sacerdozio. Il racconto che si snoda in La mia santità ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

Il diadema di pietra di Roberto Mistretta

  Il giornalista-scrittore Roberto Mistretta scrive per la pagina culturale del La Sicilia, e in questa sua nuova fatica Il diadema di pietra, presenta la seconda avventura del maresciallo Saverio Bonanno, capo-stazione di un piccolo paese all’interno della Sicilia, Villabosco (Mussomeli). Dopo l’enorme successo del suo primo noir, Il canto dell’upupa, tradotto anche in tedesco, il maresciallo non mette da parte il suo sbirrame e proprio nel momento in cui si appresta ad un incontro galante, in borghese e con il vestito delle grandi occasione, sente un colpo di pistola a pochi ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 23 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

Il canto dell’upupa di Roberto Mistretta

  La nebbia spessa stagnava nella vallata, abbracciando la Montavalle, immensa distesa perlacea, fiabesco lago di morbide nuvole adagiate in terra. La rocca di Villapetra si levava sul lago di nuvole nella sua luce azzurrina, rubando al cielo i colori più belli: l’indaco lambiva il turchino e il violetto carezzava il turchese sino a sfumare nel grande respiro dell’infinito. Dio che spettacolo! Perché gli uomini avevano smesso di guardare il cielo? Questo passo, cari lettori, è poesia. Allo scrittore sarà scaturito dal suo profondo con naturalezza e senza avvertire alcun senso di ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 22 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

Canti dell’alba di Tonino Calà

Spesso si associa alla figura del poeta quella del sognatore sempre con la testa per aria a mirar le stelle e la luna. Chi di voi guardando la luna non si è sentito, per un attimo, poeta? Molti fra i più grandi poeti del Novecento hanno profetizzato che, invece, la poesia era morta e che nessuno aveva più nulla da dire. Un esercizio, forse, un vezzo o forse una moda. L’intellettuale imbavagliato dal regime fascista si espresse per metafore, parlò di non chiederci (a noi poeti) la parola che squadri da ogni angolo ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 20 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

A porta russa

    Era un angolo poco lontano dal paese, ormai fagocitato dai palazzi di nuova costruzione, ma allora per noi ragazzi era il limite, il confine, oltre il quale di sera si rischiava di andare incontro a pericoli inimmaginabili e ancor più acuiti dal buio. Con la luce del giorno, rimaneva sempre un posto lontano, ma noi carusi lo usavamo come punto di rifermento. Era a porta russa, uno sgangherato portoncino sempre chiuso da un enorme catenaccio che impediva ai malintenzionati di entrare in un piccolo appezzamento di terreno dove si coltivava ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 20 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - Nessun Commento -

Melu l’Urbu

Oggi tutti possediamo cellulari, computer, fotocamere e videocamere digitali, andiamo su Google, Facebook e guardiamo la televisione analogica, satellitare e digitale. Quando da ragazzo, abitavo in paese, pensate che le comunicazioni erano affidate a Melu l’urbu . Il cognome di questo personaggio, amatissimo dai noi bambini, non l’ho mai saputo. Per tutti era soltanto Melu l’urbu. In realtà, non era completamente cieco, come la ngiuria (username) faceva supporre, ci vedeva di quel tanto per permettergli di suonare u tammuru e di camminare senza inciampare. Penso, che sapesse a malapena leggere e scrivere, ...

Scritto da Ciccarelli_Piero - il 20 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - Nessun Commento -