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Categoria: Recensioni mussomelesi
La mia santità di Mario Ricotta 17:17 - 1 Novembre 2009

Scritto da Pietro Ciccarelli [pietrocarmelociccarelli@virgilio.it]
Tutto si intreccia restituendo alla parola scritta l’analisi interiore dei propri sentimenti



Non è facile l’approccio con se stessi. Raccontare per alcuni è una cosa semplice, non importa se sia un racconto orale o scritto, anche in lingua straniera, come per molti di noi che siamo nati in Sicilia.
Per Mario Ricotta, autore di racconti e di testi teatrali di successo, non sarà stato semplice tornare con la memoria al tempo dell’infanzia, quando, folgorato dalla visione di Dio, scelse la via apparentemente più semplice per arrivare a quel Paradiso che noi tutti sognato: il sacerdozio.
Il racconto che si snoda in La mia santità è un misto di autobiografia e di saga della famiglia Ricotta, gente semplice colpita dalla condanna dell'emigrazione degli anni sessanta, come per molti altri in Sicilia.
L’ultimo di tanti fratelli corre verso la santità, imparando a sue spese la fatica di diventare santi.
Seminario, ospedale, male oscuro: tutto si intreccia restituendo alla parola scritta l’analisi interiore dei propri sentimenti. Ingenuità, forza di volontà, amore filiale e fraterno: tutto si mescola in una miscela di nobiltà di sentimenti più puri e nel contempo splendidi e dolorosi.
Lo studio e la scuola, terreno di crescita per molti, e Mariuzzu cresce e matura lentamente il suo percorso che lo porterà alla scelta definitiva. Sempre di santità si tratta, ma è una santità interiore che vuol scavare dentro l’anima dell’uomo. Quando l’anima comincia ad ammalarsi bisogna scavare nel più profondo dei pozzi per trovare l’acqua purificatrice. Questa la scelta di Mariuzzu: trovare dove sta il male oscuro dell’anima. Le vie parallele da seguire sono due: diventare indagatore delle deviazioni del cervello e raccontare la commedia che ne vien fuori, con la sola formula che Mario Ricotta conosce, la parola (scoperta recente e antica allo stesso tempo). Rappresentare l’umanità, i suoi malesseri, ma anche il coraggio e la gioia di vivere.
Attraverso il teatro si può, forse, raggiungere la santità? Io direi sì. Lasciamo concludere allo scrittore che nelle parole finali del suo libro-diario-confessione dice: Nell’ora in cui la morte si presenterà, sotto qualsiasi aspetto, fai che sia un tripudio di luce , uno sfolgorio, una festa di musica, un banchetto finale di delizie.


Per saperne di più su Mario Ricotta vi invitiamo a consultare la scheda in Bibliografia Mussomelese (http://digilander.libero.it/stirpes/ricottam.html)


Piero Ciccarelli (http://digilander.libero.it/stirpes/ciccarellip.html), Mussomeli, Caltanissetta, Sicilia


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