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Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu !
A televisione 22:50 - 17 Gennaio 2010

Scritto da Pietro Ciccarelli [pietrocarmelociccarelli@virgilio.it]
Si rimaneva ad aspettare che, dalla nebbia dello schermo, venissero fuori le tanto sospirate immagini



Chiedo perdono se non ricordo bene quando sia arrivata la televisione a Mussomeli, sarà stato il ‘57 o il ‘58: nella sostanza dei ricordi, comunque, cambia ben poco.
C’erano due negozi che vendevano gli apparecchi televisivi, a prezzi irraggiungibili per i comuni mortali. Un negozio era a Piazza Roma, accanto alla tabaccheria di “Binanziu” e l’altro di fronte al vecchio Municipio, oggi, Palazzo Sgadari (ci stava ‘nfacci e lo scoperto soltanto da poco che si chiama così e cioè da quando è stato ristrutturato). Si rimaneva, spesso, noi ragazzini interi quarti d’ora ad aspettare che dalla “nebbia” dello schermo, non si sa mai, venissero fuori, quasi per incanto, le tanto sospirate immagini.
E venne il ’58, con gli incontri di pugilato di Duilio Loi, Bruno Arcari , il catanese Mario D’Agata e il campionato del mondo di ciclismo a Reims, in Francia, con la vittoria dell’italiano Ercole Baldini. Vennero soprattutto i bellissimi programmi serali con le commedie o le tragedie in diretta, e il programma comico-satirico del sabato sera con il duo Tognazzi-Vianello. Era solo per ricordare un attimo i programmi di allora, ma il mio intendo è in questa occasione di parlare di Pitruzzu, non fare la preistoria della televisione italiana.
Dicevamo dei prezzi proibitivi degli apparecchi di ricezione comunemente chiamata A televisione . Solo in pochissimi si potevano permettere l’acquisto ed allora a Mussomeli c’erano tre circoli, detti meglio “Casini” dove si poteva andare a vedere la televisione. Pi Pitruzzu era un dramma, ma alla fine riusciva ad essere “tollerato”, grazie alle sua vena di esibizionista e di bravo ragazzo (sic!). Il primo circolo (casinu) era quello detto dei Civili, il Paolo Emiliani Giudici e Pitruzzu poteva entrare grazie all’appartenenza alla famiglia del cavaliere Vincenzo Ciccarelli, il papà di Pitruzzu. Ma don Vincenzo non c’era più da tempo e la presenza di Pitruzzu veniva contestata, ma trasiva u stissu a via di sciarri con il Dottor Bongiorno, l’allora presidente del Circolo dei Civili. Poi c’era il Circolo culturale “La Biga”, ma si poteva essere soci solo dopo aver conseguito un diploma di scuola media superiore e Pitruzzu andava ancora in prima media, ma nessuno diceva niente in quando sicuro futuro diplomato e aveva all’interno la raccomandazione di un aspirante cognato. Terzo Circolo quello degli “Commercianti e Industriali” detto di “Picurari”. E lì nessuna ragione giustificava la presenza di Pitruzzu. Monta l’ingegno: parecchi dei vecchietti ex picurari e simili, sconoscevano l’italiano sia scritto che parlato e Pitruzzu “si proponeva gratis a fare da interprete. “Tutti i risposti di Enzo Tortora, cumu fa, u sapi iddu”. Grazie alla benevolenza du Zu Calcedonio, mi vedevo Telematch, una trasmissione televisiva condotta da Enzo Tortora, Silvio Noto e Renato Tagliani.
E i fimmini? Allora, Pitruzzu, non ci pensava tanto e poi non c’era priu: al casino dei civili, le ragazze si vedevano solo il sabato ed erano accompagnate dai genitori e dai fratelli gelosi e molte erano a vario grado sue cugine.
Ma pì fimmini alle prossime puntate.


Per saperne di più su Pitruzzu Ciccarelli da Mussomeli vi invitiamo a consultare la scheda in Bibliografia Mussomelese (http://digilander.libero.it/stirpes/ciccarellip.html)

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Risorse correlate
  1. Quannu mi chiamavanu Pitruzzu [ http://www.bibliografiamussomelese.org/notizie/viewart.php?idart=1 ]
  2. Piero Ciccarelli su Bibliografia Mussomelese [ http://digilander.libero.it/stirpes/ciccarellip.html ]
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