Il gioco del calcio dalla fantasia alla realtà
Pitruzzu scoprì il gioco del calcio (meglio detto a Palermo: u palluni) per caso. Ma, viste come sono andate nel corso della sua vita le cose, era destino che succedesse perché prima o poi sarebbe comunque accaduto!
Dovete sapere che quando Pitruzzu era ragazzo, a Mussomeli, non esisteva alcun campo di calcio e, mancando anche la televisione, raramente i ragazzi giocavano a u palluni.
Certo un calcio ad una palla lo davamo un po’ tutti, ma le formazioni della Juve, Inter, Milan, Palermo e via squadrando (neologismo inventato da chi scrive, nda) ...
La Discesa dei Giudici
Avete presente come poteva essere il capoluogo della Sicilia, Palermo, agli inizi degli anni ’50, quando Pitruzzu per motivi familiari e di studio (soltanto la seconda elementare) nel mese di settembre del 1951 fu catapultato da Mussomeli nella grande metropoli ?
La famiglia parlava fra le mura domestiche il dialetto. La televisione, che ha unito gli italiani più di Giuseppe Garibaldi, era appena in fase sperimentale nei laboratori di fisica e il telefono era dislocato solo in pochissimi punti della città: stazione centrale, albergo diurno in via Roma e al Politeama.
C’era ...
Zia Sisina
Del Natale affiora, inevitabilmente, ad ogni ricorrenza il ricordo del braciere acceso sotto il tavolo a riscaldare un salone sicuramente grande, ma che ai miei occhi di bambino sembrava immenso.
Non era a casa mia che trascorrevamo le liete serate a giocare a tombola usando le lenticchie per segnare i numeri usciti, e a masticare calia e simenza, alla faccia dell’incipiente mal di pancia.
Nelle notti precedenti il Natale eravamo a casa della zia Isabella, detta Sisina, una cugina di mamma che per me era la zia delle zie: la più bella, ...
U cinamu (cinema) Manfredi
Pitruzzu è fatto, oramà, grandicello e la notizia che sarà restaurato, il Cinema Manfredi lo ha reso contento e come spesso succede a notizie del genere a Pitruzzu “sbusmicanu” i ricordi di tannu.
C’era come cineoperatore che metteva a “celluloidi “(così veniva chiamata la pellicola) un certo Lillu. Non ricordo altro, ma il suo bel paio di orecchie a sventola capeggiavano da una piccola finestra dipinta di verde e serviva, certamente per prendere al povero Lillu una boccata d’ossigeno ed stare lontano dal calore emanato dal macchina che proiettava le vecchie ...
A villeggiatura
Nel mese di giugno, alla chiusura delle scuole, per la famiglia di Pitruzzu arrivava il giorno del trasferimento da Palermo a Mussomeli per trascorrere “unni c’è l’aria fina” le vacanze scolastiche.
Oggi sembra tutto facile : un portabagagli sul tetto pieno di valige, zaini più o meno usati, delle coperte pronte ad essere buttate dopo l’uso per non rovinare il tetto della macchina e via verso la casa del paese o meglio il villino.
Ma alla fine degli anni ’50 e nei primi anni ’60 il trasloco avveniva con la corriera. Partenza ...
Mancu u sapiva ca faciva u DJ
Pitruzzu era il più piccolo di un gruppetto di giovani emergenti mussomelesi, si fa per dire, che tra i primi cominciarono a portare dalla grande metropoli Palermo i primi 45 giri in vinile.
La passione di Pitruzzu era Paul Anka che spopolava con You are my destiny e Diana.
Gli immancabili spiritosi vicini di casa, Turiddu (poi emigrato a Bologna con il nome di Salvo) e Roberto gli appiopparono un bellissimo soprannome Pollanca, riuscendo anche a rifilargli, per la modica cifra di 2.000 lire, una bella chitarra scordata (nel senso di non ...
Da carusi a carusazzi
Negli anni Sessanta, in quel delicato periodo che dall’infanzia si passa all’adolescenza, a Mussomeli, i ragazzi cambiavano denominazione: da carusi a quello, non poi tanto gratificante, di carusazzi.
Allora fra i pochi studenti, che malamente per la verità, studiavano sia l’italiano che l’inglese, si venne a scoprire che la parola carusazzi corrispondeva appunto a quella di adolescenti in italiano e di teenagers in inglese.
Ora dovete sapere che ad alcuni venne la voglia di stupire i compagni du scaluni, (allora non c’erano né pub né discoteche e i luoghi prescelti per chiacchierare ...
L’arrivo del trattore e l’emigrazione al Nord o all’estero
Oh che bellu u tratturi! Fa u travagliu di cincu muli tutti ‘nzemmula.
Come erano contenti, contadini e proprietari terrieri, quando nelle nostre campagne si videro girare per la prima volta i trattori.
Dopo i trattori, arrivarono le trebbiatrice e il lavoro della pisata, che durava mediamente tutto il mese di luglio, si svolgeva in un mezza giornata.
Non molto dopo, arrivò la mietitrebbia e in un solo giorno si finiva tutto il lavoro nelle campagne.
Ma finirono le campagne e finì il lavoro per molti mussomelesi.
Oltre all’ormai storica emigrazione nelle Americhe, iniziò il ...
I fatti dell’acqua del 1954 a Mussomeli
Il 17 Febbraio 1954 a Mussomeli (Caltanissetta) i carabinieri intervenirono per reprimere una manifestazione popolare di protesta per la cronica mancanza di acqua e la pretesa dell’Ente Acquedotti Siciliani di riscuotere comunque le salate bollette.
Quel giorno alle ore 12,00 circa 2500 persone affluirono alla spicciolata ad una manifestazione contro il sindaco, reclamando l’immediata revoca del contratto stipulato nel 1952. Il sindaco avvocato Giuseppe Sorce rifiutò di farlo ed allora molti presero a lanciare sassi contro il balcone e le finestre del Municipio. Col crescere del tumulto il comandante dei carabinieri, ...
U pitittu
Ormai fa parte delle storia del costume italiano e fu senz’altro un fenomeno di grande portata tale da scomodare scrittori e giornalisti come Umberto Notari, Indro Montanelli, Enzo Biagi e quell’intellettuale fine e arguto come Ennio Flaiano: scrissero articoli di grande e sottile ironia ma anche di grande rimpianto. Stiamo parlando della chiusura dei Casini o Case Chiuse.
Furono giorni di grande mestizia e l’eco arrivò anche a Mussomeli.
Un mito inarrivabile questa istituzione su cui lo Stato lucrava.
Io appena tredicenne non è che ne capissi molto, ma mi incuriosivano i discorsi ...
Il furgoncino magico di Pasqualinu
Era una scena, che sarebbe piaciuta molto a Peppuccio Tornatore e in quei fine anni cinquanta era consueta e si ripeteva puntualmente ogni mezzogiorno nelle assolate giornate dei mesi estivi nella “chiazza” di Mussomeli.
Allora era davvero, la Piazza per eccellenza, l’agorà greca o il foro romano, era davvero il fulcro movimentato della vita cittadina. Farmacia, bar, carnezzeria, merceria, drogheria (o putìa), barbiere, gioielleria, fotografo e persino due banche e una chiesa. Tutti i carusi, di età compresa fra i sei e i tredici anni, attendevano con ansia e con la ...
A televisione
Chiedo perdono se non ricordo bene quando sia arrivata la televisione a Mussomeli, sarà stato il ‘57 o il ‘58: nella sostanza dei ricordi, comunque, cambia ben poco.
C’erano due negozi che vendevano gli apparecchi televisivi, a prezzi irraggiungibili per i comuni mortali. Un negozio era a Piazza Roma, accanto alla tabaccheria di “Binanziu” e l’altro di fronte al vecchio Municipio, oggi, Palazzo Sgadari (ci stava ‘nfacci e lo scoperto soltanto da poco che si chiama così e cioè da quando è stato ristrutturato). Si rimaneva, spesso, noi ragazzini interi quarti ...
U Natali di Pitruzzu
U NATALI CHIU BELLU
Aviva i canzi curti e du friddu mi ni futtiva.
A sedici anni si mindivanu chiddi lunghi.
Tombola cu cici, e u zio Stefanu, tirava i nummari:
ambu, tirzu, quaterna e cinquina e tombola.
Quantu era stizzusu u zio Stefano
mai na vota ca mi faciva vinciri.
Attranta allenta, attranta allenta, attranta allenta.
Totò, Peppe, Lillo, Giacomo e Piero du zio Stefano.
A u cinamu trasi francu (me frati) e Pietru resta fori.
Minnuli caliati, nuci, semenza, e mali di panza e cacaruni.
Termosifoni? Motoleggeri * un ci aviva pinzatu.
Prima ca u spiriminavanu c’era u vraciri.
Pi ricchi ...