U Natali di Pitruzzu

  U NATALI CHIU BELLU Aviva i canzi curti e du friddu mi ni futtiva. A sedici anni si mindivanu chiddi lunghi. Tombola cu cici, e u zio Stefanu, tirava i nummari: ambu, tirzu, quaterna e cinquina e tombola. Quantu era stizzusu u zio Stefano mai na vota ca mi faciva vinciri. Attranta allenta, attranta allenta, attranta allenta. Totò, Peppe, Lillo, Giacomo e Piero du zio Stefano. A u cinamu trasi francu (me frati) e Pietru resta fori. Minnuli caliati, nuci, semenza, e mali di panza e cacaruni. Termosifoni? Motoleggeri * un ci aviva pinzatu. Prima ca u spiriminavanu c’era u vraciri. Pi ricchi ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - Nessun Commento -

Racconti per caso di Mario Ricotta

  Il rapporto è il problema di sempre: l’uomo sospeso fra la vita e la morte. La ricerca spasmodica della propria identità che si matura attraverso rapporti inverosimili fra il nostro io presente e il resto dei nostri sogni, paure, superstizioni, Dio e il suo nemico, il Diavolo. Racconti per caso, questo è il titolo scelto da Mario Ricotta, nel presentarci 17 episodi che il realtà è un unico paradossale racconto e certamente non scritti per caso. Volere sbalordire ad ogni costo e scoprire che la nudità è occasione di festa paesana ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

U Caminanti e U Cavalieri Vincenzo Ciccarelli

  NON MI RIMANE ALTRO… Non mi rimane altro che quel piccolo pezzo di terra E quella casa nuova che non volevo; Non avrei voluto: Qui la mia anima dolorante Che desidera rincontrarlo per un solo istante Con il suo sorriso di padre Nei confronti delle mie viltà. Solo se ne sta il poeta Lontano, in mille pensieri Che non vedono: né ricordi né immagini Distratti occhi sul mondo incomprensibile Eredità di suo padre Che non beveva dagli inganni del tempo. Adesso muto Nelle asperità della vita Lo guardo negli occhi E il suo silenzio diviene il mio silenzio Anello di anime distanti… Altre parti del mio corpo animato Sono andate ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

La stagnola

  Nell’immediato dopoguerra, dal 48 in poi, Mussomeli era un paese rurale. L’agricoltura era l’unica risorsa. I cittadini erano divisi in tante caste, professioni e mestieri, rappresentati da vari “circoli sociali". Dopo 60 anni qualche strascico rimane ancora. I quartieri non sempre corrispondevano con le parrocchie, che prima di aggiungersi quella del Carmine erano tre: la Madrice, San Giovanni Battista, e Sant’Enrico. In quest’ultima vi abitavano la maggior parte dei contadini (li viddana). Attorno alla chiesa di Santa Maria i pastori. A San Giovanni erano mischiati, ma la maggior parte erano ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

Le Mule di Ciccu

  Vicinzina e Tatarì, erano i nomi delle due mule di un mezzadro e per lui erano la ricchezza e il raggiungimento di una qualche “agiatezza”. Il nome della prima mula, Vicinzina, di pelo nero, alta e robusta, non aveva nulla di originale, ma di originale era la sua “nobiltà”-se mi passate il termine- del suo incedere da vera principessa. Figlia, come tutti sapete di una giumenta e di un asino, aveva preso principalmente dalla madre: la giumenta del campiere Zu Nofrio, l’orgoglio di tutta Santarrì. Non u zu Nofrio, ma la ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - Nessun Commento -

La guerra di Calò di Giuseppe Messina

  La porta della camera palpita con uno scricchiolio leggero. Forse è un soffio di vento, un semplice risucchio d’aria di queste inquiete notti di primavera. Forse è invece lei che è entrata, con passo silenzioso, e adesso sta avvicinandosi alla poltrona di Drogo. Facendosi forza, Giovanni raddrizza un po’ il busto, si assesta con una mano il colletto dell’uniforme, dà ancora uno sguardo fuori dalla finestra, una brevissima occhiata, per l’ultima sua porzione di stelle. Poi nel buio, benché nessuno lo veda, sorride. (Dino Buzzati) Ogni fantasia di Calò sembra trovare ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

Mussomeli tra fiaba e storia di Maria Sorce Cocuzza

  Mussomeli....... Al solo leggere da lontano il nome del mio paese in mezzo a tanti libri di seconda mano non ho esitato un attimo: l’ho comprato senza conoscere (grave colpa da parte mia) nè l’autrice nè tanto meno il contenuto. Che bel libro..., e che autentica freschezza dopo tanti anni: sembra scritto ieri, anche se l’edizione, ormai per sempre in mio possesso, risale al 1986. Un tuffo nel passato, un ricordo inaspettato della mia gioventù con racconti (cunta), leggende, fatti veri, fatti ingrossati dalla fantasia e poi che gran lavoro di ricerca antropologica ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

Ingenuità di carusi

  Vi assicuro che sono tutti fatti e discorsi veri fra noi carusi di fine anni Cinquanta. Circolavano in paese le prime figurine di uomini dello sport, ma l’ignoranza era tanta da arrivare a delle deduzioni che per noi carusi di 9-10 erano di una logica sorprendente. Sentite ! Circolava una magica figurina del campione del mondo di pugilato, Primo Carnera. U sai picchì sutta a figurina di Primo Carnera, c’è scritto accussì ? Picchi è u primu du munnu e pà divintari forti si manciò, quannu era nustricu un saccu di quila di ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - Nessun Commento -

U Zzì Vicienzu

  Lu Zzì Vicienzu (il signor Vincenzo forse Territo) era uno di quelli all’antica...ed ancora negli anni ’50 (1950-60) portava un cappello tipo fez, (1) ”cuamo chiddu du zzì Peppi Garibaldi”. Pur essendo vecchio andava impettito come se avesse ingoiato un intero manico di scopa. Nemmeno la zappa lo aveva piegato. I suoi figli lo aiutavano nei campi...dovevano ubbidire e basta. La loro masseria rendeva bene ma bisognava lavorare, lavorare e lavorare. Naturalmente era un mortale anche lui...e come tuttti, un giorno, non si sa perchè fu sistemato (cu li piadi a palidda) ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

Fuori gioco di Salvatore Scalia

    Fuori gioco da semplice metafora calcistica diventa metafora di una vita vissuta ai margini e in definitiva di un fallimento esistenziale. Fuori gioco (Marsilio, 2009) di Salvatore Scalia, è la storia di un giovane della provincia siciliana che spera nel successo facendo il calciatore. Il titolo, rubato dalla regola principe del calcio, diventa metafora della vita di un ragazzo disadattato che si accorgerà troppo tardi di aver vissuto in un mondo tutto suo. La vita perduta di chi ha sempre vissuto nell’attesa: prima della fama, e poi di un posto di ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni non mussomelesi - Nessun Commento -

Iolanda

    Sempre più spesso si pubblicano articoli suoi giornali o si scrivono libri che parlano dei mestieri scomparsi. Sopraffatti dalla tecnologia e dall'inevitabile progresso, l'arte di arrangiarsi, solitamente primato dei napoletani ma anche di noi sicilani (che non siamo certo, da meno), ha creato negli anni della ricostruzione post-bellica, tanti mestieri inediti. Ora non so, se il lavoro della nostra paesana Iolanda fosse frutto del caso o il seguito di un mestiere premeditato e voluto con il tacito aiuto di Mario Lanzalaco, il proprietario della corriera che portava i mussomelesi a Palermo, ancor ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - 1 Commento -

Dicerie e leggende di Giuseppe Messina

  Non c'è in questi racconti di Giuseppe Messina quel pavoneggiarsi alla ricerca della frase ad effetto che spesso viene usata per dare un tono altisonante a dei racconti che hanno contenuti modesti. Né l'uno nè l'altro, perchè non occorre: da soli contengono la genuinità e il sapore antico du cuntu. Il titolo, Dicerie e Leggende, fa pensare a quei misteriosi e fantastici racconti di un tempo, fatto di maghi, invenzioni fantastiche ed inverosimili, sorprese e incredibili mondi. Certo, l'autore ci parla di persone scomparse, di massi sorti per caso in un ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

La mia santità di Mario Ricotta

  Non è facile l’approccio con se stessi. Raccontare per alcuni è una cosa semplice, non importa se sia un racconto orale o scritto, anche in lingua straniera, come per molti di noi che siamo nati in Sicilia. Per Mario Ricotta, autore di racconti e di testi teatrali di successo, non sarà stato semplice tornare con la memoria al tempo dell’infanzia, quando, folgorato dalla visione di Dio, scelse la via apparentemente più semplice per arrivare a quel Paradiso che noi tutti sognato: il sacerdozio. Il racconto che si snoda in La mia santità ...

Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -