U cinamu (cinema) Manfredi

 

Pitruzzu è fatto, oramà, grandicello e la notizia che sarà restaurato, il Cinema Manfredi lo ha reso contento e come spesso succede a notizie del genere a Pitruzzu “sbusmicanu” i ricordi di tannu.

C’era come cineoperatore che metteva a “celluloidi “(così veniva chiamata la pellicola) un certo Lillu. Non ricordo altro, ma il suo bel paio di orecchie a sventola capeggiavano da una piccola finestra dipinta di verde e serviva, certamente per prendere al povero Lillu una boccata d’ossigeno ed stare lontano dal calore emanato dal macchina che proiettava le vecchie pellicole che arrivavano in paese già abbastanza rattoppate e con diversi fotogrammi saltati.

I film preferiti, o meglio “u cinamu” era quelli di Stallo e Ollio o Cric e Croc, come veniva chiamato il due comico composto da Stanlio Laurel e Oliver Hardy. E poi “ u filmilucu”, cioè il rotocalco cinematografico redatto dall’Istituto Luce, voluto dal regime fascista per indottrinare la popolazione.

Ma per noi ragazzi era l’occasione per rilassarci e vedere sfilare il mondo fuori da Mussomeli, senza per questo “indottrinarci”, ne tanto meno capire quello che dicevano. L’attenzione era destinata solamente al pagina dello sport, i cui eroi erano Benito Lorenzi, detto “Veleno” estroso attaccante dell’Inter, Giuseppe Virgili, centravanti della Fiorentina, detto “Pecos Billy” e il discobolo Consolini. Ricordo gli attori di quel periodo.

Amedeo Nazzari, Tamara Less, il cattivo Otello Tosi, Franca Marzi, e le giovani affascinanti Sofia Loren, Silvana Pampanini.

E poi Totò con i suoi titolo: Totò, Le Moco, Toto cerca casa, e poi la luce che andava via, la pellicola che si rompeva e tutti a prendercela con il povero “Lillu”.

Ma poi arrivò, preannunciato un mese prima, I Dieci Comandamenti del regista Cecil B. DeMille e la calca al botteghino e tutti i posti occupati, sia a sedere che in piedi e le signore della buona borghesia vestite di gran festa, come la prima alla Scala.

U “Sinnacu”, “u Maresciallu , e l’arcipreti.

E il cugino di Pitruzzu che diceva che stasera a u cinamu: trasi francu (nel doppio significato di gratis e di Franco, il fratello maggiore di Pitruzzu) e Pietru resta fori.
Che tempi!!!!

Alla riapertura, dopo la fine degli attuali lavori di restauro, il Nuovo Cinema Manfredi sarà come il Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore * (Bagheria, 27 maggio 1956) ?

———

* Giuseppe (Peppuccio) Tornatore, grande regista siciliano e mondiale ha diversi film al suo attivo:

Il camorrista (1986) liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Marrazzo.
Nuovo Cinema Paradiso (1988) girato a Palazzo Adriano ed in altri posti siciliani, con Alfredo (interpretato da Philippe Noiret) e Totò (Totò diminuitivo di Salvatore Di Vita da bambino viene interpretato da Totò Cascio, da giovane da Marco Leonardi e da adulto ed affermato regista da Jacques Perrin) con la colonna sonora di Ennio Morricone, Grand Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1989 e Oscar per il miglior film straniero nel 1990.
Stanno tutti bene (1990) con il grande Marcello Mastroianni
Il cane blu (1991), un episodio del film in quattro episodi La domenica specialmente (i 4 cortometraggi sono tratti dalla raccolta Il polverone di Tonino Guerra Gli altri 3 episodi sono La domenica specialmente di Giuseppe Bertolucci, La neve sul fuoco di Marco Tullio Giordana e Le chiese di legno di Francesco Barilli)
Una pura formalità (1994) con Roman Polanski (nel ruolo di attore) e Gérard Depardieu.
Lo schermo a tre punte (1995), film-documentario nel quale racconta l’isola natìa con le immagini tratte da più di 500 brani di oltre 100 film sulla Sicilia.
L’uomo delle stelle (1995) con Sergio Castellitto
La leggenda del pianista sull’oceano (1998) magnifico film con l’attore inglese Tim Roth ed una altrettanto superba colonna sonora di Ennio Morricone.
Malèna (2000) con la bellissima Monica Bellucci.
La sconosciuta (2006) film verità con Ksenia Rappoport.
Baarìa (2009) il filmissimo dedicato da un baarioto ai baarioti ed alla loro città Bagheria, con Francesco Scianna (interpreta Peppino Torrenuova) e Margareth Madè (interpreta Mannina).

Per saperne di più su Pitruzzu Ciccarelli da Mussomeli vi invitiamo a consultare la scheda in Bibliografia Mussomelese

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Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - 1 Commento -

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1 Commento per “U cinamu (cinema) Manfredi”

  1. giuseppe noto bonzangu scrive:

    Mi pare di averlo già scritto da qualche parte, però lo ripeto. Credo, senza tema di smentita, di potermi identificare nel bambinello “aiuto macchinista” di “NUOVO CINEMA PARADISO”. Lillo mi aveva insegnato a riavvolgere le bobine della pellicola. Con la destra si girava la bobina di trasferimento, con la sinistra bisognava frenare la bobina da scaricare tenendo uno straccio per salvaguardare la mano dall’effetto dell’attrito. In cambio del servizio mi guardavo il “cinema” dalla cabina. Certo la cabina del vecchio cinema era di facile accesso. Forse un metro sul piano della strada. Per raggiungere Lillo nel nuovo cinema bisognava approfittare della mancata chiusura della porta sulla strada e …salire con fatica e caparbietà al primo piano….
    Lasciai Mussomeli a undici anni. Abitavo a pochi metri dal Cinema Manfredi. Ho ricordi molto vivi del vecchio cinema dove rischiai di morire precipitando dal palco dove mi ero arrampicato per “vedere più da vicino”. Mi salvarono le braccia di uno dei soci proprietari della sala (un signore robusto che gestiva un forno in Via Barcellona). Vissi giorno per giorno la costruzione del nuovo cinema che costò….60 milioni! Mi impadronivo degli scarti di legno per fabbricare spade per me e per i miei amici dell’orologio. Con gli scarti dei pannelli insonorizzanti applicati al soffitto, costruivamo fantastiche capanne bianche dove ambientare le sagre di Guerrin Meschino. Porto ancora il segno dello schiacciamento del pollice in una della nuove porte. Non ho mai pagato l’ingresso anche e soprattutto perché la mia famiglia non poteva permetterselo. Ma la mia resistenza appoggiato alla parete della galleria di ingresso col pavimento moderno in marmo (in paladiana! Ascoltavo!), aveva sempre il sopravvento sulla “severità” degli addetti. Non avevo limiti di orario per aspettare. E poi volavo rapido a comprare le sigarette. Certo d’estate era diverso…all’arena; tornavo a casa con la paura dei cani randaggi. Ma non demordevo. Nulla potevano le ferlate di mia madre né a volte le cinghiate di mio padre, rare ma sentite …..
    Ho ancora casa in Via Manfreda e quando vi soggiorno vado a sedermi sullo scalino rotto dell’ingresso sbarrato del cinema e penso a com’era lucida la paladiana!!!

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